Giungo in Via Roma verso le diciannove, ma prima che il tram si fermi vedo già in lontananza gli striscioni preparati dai lavoratori in lotta. La facciata del pianoterra del palazzo della Regione ha cambiato fisionomia: ora le richieste dei precari spiccano su tutto, e un luogo associato ai poteri forti (e talvolta all’ambiguità della politica) deve fari i conti con una rabbia che cresce oramai dal 2000. La prima cosa che noto è la presenza delle due piccole tende da campeggio, una blu e una bianca, che serviranno per trascorrere la notte.
“Qualcuno dorme anche sulle sedie”, mi dice Anna, una bella ragazza che indossa una coperta per proteggersi dal freddo. Già, perché il freddo a Febbraio si fa sentire anche in Via Roma, ma non è certamente l’Inverno a spaventare i lavoratori del Policlinico di Monserrato.
La storia degli operatori del Policlinico purtroppo è sempre la stessa, che abbiamo imparato a sentire molte volte, troppe volte, in questi ultimi anni di gioco al ribasso. Questi lavoratori sono stati assunti nel 2000, tutti con contratti a tempo determinato, anche di pochi mesi. Oggi chiedono un posto stabile, un lavoro “reale”, ma ciò non è possibile, perché la normativa sulla materia è cambiata.
“Per essere assunti a tempo indeterminato, abbiamo bisogno della qualifica. Perché ciò sia possibile, sarebbe sufficiente un corso di formazione, ma forse sono altri i lavoratori a cui vogliono dare i nostri posti, perché di corsi di formazione neanche se ne parla…”
Queste sono le parole di Marta (il nome è inventato), una lavoratrice stanca di subire la propria condizione di precaria che deve fare i conti con la fine del mese.
“Molti dei lavoratori che aderiscono a questa protesta hanno soltanto un reddito, per giunta precario… Com’è possibile mandare avanti una famiglia, cosa dobbiamo fare?”
Io le dico che questa è una condizione generale di tutti i lavoratori, di qualsiasi età. Quando le chiedo per quanto hanno ancora intenzione di protestare, lei mi risponde decisa:
“Sino a quando non ci daranno ciò che ci spetta. Le Istituzioni devono ascoltarci, e attendiamo una risposta del Rettore Mistretta che non c’è ancora stata!”
Tutti annuiscono, perché tutti sono ovviamente d’accordo con Marta.
“Io ho un solo stipendio, la situazione è intollerabile!” Mi dice un ragazzo seduto vicino, e conclude facendomi capire che la sua pazienza è arrivata a un limite. “Ma prima o poi ci daranno una risposta, vedrai che la daranno”
La storia dei lavoratori del policlinico ha un seguito Venerdì 14 Febbraio, perché si decide di protestare dinanzi al rettorato in Via Università. Qui il Rettore Mistretta ha deciso finalmente d’incontrare i lavoratori, sottolineando che presto la situazione verrà risolta. Quelle del “magnifico” rettore erano soltanto delle promesse? Soltanto nei prossimi giorni avremo una risposta. Tuttavia, non possiamo dimenticare che la precarietà e la disoccupazione sono i principali problemi della nostra Regione. Un intero popolo chiede lavoro, dignità e diritti: per quanto tempo ancora dovrà aspettare?
Vincenzo M. D’Ascanio.
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