venerdì, febbraio 08, 2008

Odg approvato dal circolo "Giovanna Chessa"

Ordine del giorno approvato ad unanimità dall’assemblea degli iscritti e delle iscritte del circolo PRC-SE “Giovanna Chessa” di Cagliari del 8-02-2008

Il circolo PRC-SE “Giovanna Chessa” di Cagliari esprime il proprio apprezzamento nei confronti dell’operato del gruppo dirigente nazionale del PRC-SE in questa fase politica cosi complessa e delicata. Mancano due mesi alle elezioni e la campagna elettorale è già iniziata. Il dovere di un gruppo dirigente è quello di prendere decisioni ( a nome di tutto il partito ) e di reagire in modo opportuno e tempestivo di fronte allo scenario politico contingente. La Sinistra in Italia ha l’obbligo e la necessità di unirsi e di presentarsi agli elettori con un programma chiaro e condiviso. Uno sforzo che deve essere compiuto con determinazione e con la consapevolezza che in gioco c’è l’esistenza stessa di una politica e una cultura di sinistra e con essa la possibilità di proporre un’alternativa di società. Il Partito Democratico ha scelto di correre da solo facilitando, di fatto, la vittoria del centro-destra. Una scelta che può essere condivisa o avversata, di cui, però, bisogna prendere atto. Per questi motivi dobbiamo presentarci alle elezioni con un nostro programma e uniti a tutte le forze della Sinistra L’Arcobaleno proponendo un’alternativa al paese e con la disponibilità ( chiunque vinca ) di cambiare l’attuale sistema elettorale e di affrontare quelle riforme costituzionali necessarie affinché il paese possa essere governato dalle forze politiche e non possa essere ricattato dagli interessi individuali dei singoli parlamentari.
In questo momento storico, il gruppo dirigente del partito e ogni singolo compagno militante, deve essere consapevole dell’assoluta necessità, irrinunciabile e irrimandabile, del mantenimento in Italia e in Europa, quale baluardo di democrazia e di progresso, di una forza unitaria di Sinistra, pacifista e ambientalista, che sostenga, tuteli e rilanci le istanze delle masse popolari, dei lavoratori, dei discriminati, dei deboli e degli esclusi. Tale prerogativa è talmente grande ed importante, necessaria ed indispensabile, che non può essere posta in discussione, o meglio esserne compromesso il fine, con richiami identitari, anche simbolici, che ne indebolirebbero la spinta propulsiva unitaria a scapito del più ampio progetto politico di alternativa all’attuale liberismo imperante in Italia.
I segni identitari, benché storici ed importanti, non possono comunque superare la forza politica data dalle idee e dagli atti compiuti da uomini e donne che si conoscono e si riconoscono nei valori fondamentali ed universali del socialismo, del comunismo e del movimento operaio, della ricerca di un mondo onesto, civile e pacifico.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

vuoi lacche' di bertinotti avete portato alla distruzione dei comunisti, maledetti socialdemocratici

Anonimo ha detto...

SErvi dei servi e lacchè